Possono gli animali domestici trasmettere il COVID-19 all’uomo?

I nostri cani possono contrarre o trasmettere il virus? Sono svariate e confusionarie le informazioni relative al potere zoonotico (capacità del virus di essere trasmesso dagli animali all’uomo) del nuovo Coronavirus. Questo articolo ha lo scopo di definire con chiarezza la veridicità di questa eventualità.

Dott.ssa Antonella Rizzo

Primi casi ed evoluzione del Covid-19

Per cominciare è utile esaminare l’evoluzione temporale della pandemia e l’eziologia del virus COVID-19.

La Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) il 31 Dicembre 2019 ha denunciato all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) un’alta incidenza di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan. Si è notato che la quasi totalità dei casi aveva un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood; un mercato all’ingrosso di animali vivi e frutti di mare situato nel sud della Cina. 

Il 9 Gennaio 2020 il Center for Disease Control (CDC) cinese ha comunicato l’identificazione di un nuovo Coronavirus (2019-nCoV) quale agente causale ed è quindi stata resa pubblica la relativa sequenza genomica.

Sul sito del Ministero della Salute si può leggere che i Coronavirus sono una vasta famiglia di virus a RNA, a filamento positivo; conosciuti in quanto causa di malattie che spaziano dal comune raffreddore a infezioni più gravi come la SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave) e la MERS (Sindrome Respiratoria Mediorientale).

I Coronavirus

I Coronavirus sono stati identificati nella seconda metà degli anni ’60 e sono caratterizzati da un potere epidemiologico molto vasto: riescono ad infettare sia l’uomo che alcuni animali. 

Le cellule bersaglio primarie sono quelle gastrointestinali e quelle epiteliali del tratto respiratorio.

La sottofamiglia Orthocoronavirinae della famiglia Coronaviridae è classificata in quattro generi di coronavirus (CoV): Alpha-, Beta-, Delta– e Gammacoronavirus. Il genere Betacoronavirus è a sua volta separato in cinque sottogeneri. Recentemente a Wuhan è stato identificato un nuovo ceppo di Coronavirus (nCoV) che non era mai stato individuato nell’uomo. Nello specifico il ceppo denominato come SARS-CoV-2. È proprio questo il virus che sta causando l’attuale epidemia e il suo acronimo definisce la “Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2; come si può dedurre dal nome il nuovo virus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs).

La fonte primaria di questo nuovo ceppo di Coronavirus non è ancora certa. Il Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (ECDC) suggerisce l’origine animale come la più probabile.

L’OMS

Secondo l’OMS le ricerche scientifiche dimostrano il collegamento tipico tra il 2019-nCoV COVID-19 e altri Coronavirus già catalogati precedentemente nei pipistrelli, in particolare delle sottospecie di Rhinolophus, presente in tutta l’Asia ma anche in Medio Oriente, Africa ed Europa. Malgrado ciò, la trasmissione del virus dagli animali all’uomo (al principio della zoonosi) non è del tutto chiara e sono in corso accertamenti. L’ipotesi più plausibile sembrerebbe quella di un animale che, come ospite intermedio, abbia avuto un ruolo nella trasmissione del virus dai pipistrelli all’uomo.

Questa ipotesi ha giustificato il pensiero che l’animale identificato come ospite intermedio possa essere un animale domestico (cane, gatto), destando panico tra i proprietari dei pets. 

L’Arrivo in Italia del Covid-19

Nel mese di Febbraio, il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) è arrivato in Italia. Le autorità sanitarie italiane (Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani, Ministero della Salute, Istituto Superiore Sanità) hanno diffuso un vademecum per far fronte alla pandemia. Tra i punti indicati si può leggere: “gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”.

spallanzani

Il Ministero della Salute ribadisce che “i nostri pets (ma anche i randagi) non sono veicolo di contagio né possono essere contagiati”, chiarendo che neanche la fauna selvatica diffonde il virus.

Il caso del volpino di pomerania positivo al Covid-19

Tuttavia la notizia arrivata da Hong Kong di un volpino di Pomerania di 17 anni risultato positivo al coronavirus, ha portato al panico collettivo.

Il governo di Hong Kong ha riferito di un caso di infezione da coronavirus di un cane appartenente ad un paziente positivo al test. L’animale, con un livello debole di infezione è stato messo in quarantena in una struttura per animali. Sono stati effettuati accertamenti per definire se si trattava di un vero e proprio caso di contagio (come avviene da uomo a uomo) o se si trattava semplicemente di contaminazione del naso o della bocca causato dal contatto diretto dell’animale con il proprietario infetto.

Nel sito di Agezia Italia si può leggere un‘esplicativa intervista fatta a Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia. In merito dice che le ipotesi riguardo questo episodio sono tre: 

  1. È effettivamente avvenuto il contagio virale tra specie umana e canina (zoonosi),
  2. Il virus ha semplicemente aderito alla mucosa nasale del cane a causa del contatto ravvicinato con il padrone positivo al virus ma senza aver effettivamente contagiato l’animale
  3. Si tratta di un’infezione a vicolo cieco ossia il cane è stato effettivamente contagiato ma il virus non può contagiare nessuno.

Le diverse opinioni sul COVID-19

Maga sostiene che la seconda ipotesi sia la più plausibile, perché se così non fosse è assurdo che in Cina non si siano accorti del potere zoonotico del virus.

Il direttore conclude spiegando che il coronavirus è un virus molto specifico e non si adatta a più specie in quanto se un ceppo virale si adatta all’uomo non trova nel cane o nel gatto i recettori giusti e un organismo idoneo alla sua replicazione. Ci sono stati casi di contagio da animali all’uomo: pipistrelli (come si pensa per l’attuale pandemia), suini, cavalli, dromedari ma mai dall’uomo all’animale.

Il segretario nazionale del Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica (Sivemp) Aldo Grasselli, ha spiegato all’Adnkronos Salute che, se accuditi in maniera corretta, gli animali domestici non sono assolutamente problematici “ma non bisogna accantonare l’ipotesi che ci possa essere una trasmissione di infezioni tra uomo e cane”.

Dopo la notizia del volpino di Pomerania positivo al Covid-19, il web si è scatenato. 

L’Istituto superiore di sanità ribadisce che non ci sono prove che gli animali da compagnia diffondano il virus ma semmai è il contrario.

L’associazione dei medici veterinari italiani (AFCD) consiglia ai proprietari positivi al nuovo coronavirus di affidare i propri animali da compagnia alla sorveglianza veterinaria delle strutture di custodia per 14 giorni.

Il Center for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta dedica un intero paragrafo a “Covid-19 e animali” fornendo dei consigli riguardanti la gestione igienica dei pets che altro non sono che le stesse stabilite per noi umani: ridurre i contatti e la vicinanza.

Le precauzioni

Se si è positivi al Covid-19 è consigliabile affidare il proprio cane ad altri membri della famiglia (sani). Se si vive da soli è opportuno indossare una mascherina e lavare sempre le mani prima e dopo aver avuto contatto con l’animale. Evitare baci, leccate, condivisione di cibo e coccole troppo intime e ravvicinate (in caso di positività al virus).

L’OMS e il Ministero della Sanità ricordano di lavarci le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche dopo il contatto con gli animali domestici; non per rischi di contagio da coronavirus ma per proteggerci da batteri come la salmonella ed escherichia coli; di cui é provata la trasmissione dagli animali all’uomo.

Massimo Beccardi, medico veterinario Direttore Sanitario del Centro Ca’Zampa di Brugherio, sottolinea l’importanza della pulizia del pelo e dell’igiene della cute. Va trattata attraverso dei bagni frequenti (ogni 15 giorni) a base di clorexidina, efficace agente antimicotico. Beccardi sottolinea l’importanza dell’igienizzazione frequente e quotidiana; una o più volte al giorno soprattutto al rientro da una passeggiata con salviettine umidificate a base di clorexidina nelle aree cutanee più soggette a sporcizia (zampe e area genito anale). Ciononostante il rischio di persistenza sul pelo non è superiore a quello di altre superfici quindi massimo 72 ore.

Le rassicurazioni

Il documento governativo americano comunque rassicura in quanto sottolinea che la trasmissione del virus è uomo-uomo. Quindi non c’è motivo di credere che qualsiasi animale possa essere fonte di infezione, visto che esiste un solo caso di animale positivo ma asintomatico.

Umberto Agrimi, direttore del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità definisce che i coronavirus degli animali non si trasmettono all’uomo; “cani e gatti hanno i propri e l’uomo i suoi. Il salto di specie non è inusuale; ma nel caso del volpino di Hong Kong è verosimile che sia stata la proprietaria ad infettare il cane.”

Animali vittime ma non serbatoio di virus

“Gli animali non sono un serbatoio, semmai sono vittime. Succede spesso con le malattie emergenti e dobbiamo stabilire chiaramente ogni aspetto” Michael Ryan, a capo del Programma di emergenze sanitarie dell’OMS. 

Malgrado l’enormità di informazioni riguardo l’impossibilità di antropozoonosi per quanto riguarda il nuovo Coronavirus, non sono mancati gli abbandoni provocati dal panico da virus.

Il Giornale.it il 13 Marzo pubblica la notizia che i cani abbandonati nei canili di tutta Italia dall’inizio della pandemia sono duemila. La notizia deriva dall’Aidaa, associazione italiana di difesa degli animali e dell’ambiente. “In quasi tutti i casi, chi ha portato il proprio cane nel canile avrebbe dichiarato di non poter più gestire l’animale a causa dell’infezione da coronavirus o per casi di malattia degli stessi padroni.”

Marco Melosi, presidente dell’Associazione medici veterinari italiani (Anmvi) ha invece sottolineato che “attualmente non esistono fenomeni di abbandoni”, creando ancora più confusione sull’argomento, noi viviamo nella speranza che le dichiarazioni di Marco Melosi siano quelle corrette.

Psicosi da COVID-19

In ogni caso dopo il caso del volpino di Hong Kong, in Cina molti cani sono stati uccisi per strada a causa della psicosi da coronavirus che purtroppo si è abbattuta sugli animali domestici. 

Il 16 Marzo il volpino positivo al Covid-2019 è deceduto. Il cane aveva concluso la sua quarantena iniziata il 26 Febbraio scorso ed era tornato a casa in quanto i successivi tamponi erano risultati negativi. Il cane aveva 17 anni e non era più positivo al virus quindi non si può definire con certezza se le cause della sua morte siano riconducibili all’infezione da coronavirus, anche perché la padrona non ha consentito l’autopsia.

Intanto Pechino sta approfittando dell’emergenza coronavirus per cercare di cambiare le tradizioni alimentari, in particolare del Sud della Cina, dove si consumano carni di cani e gatti ma anche serpenti e tartarughe. Quindi diciamo che una cosa positiva di questo virus c’è.

In conclusione è possibile affermare che se i cani possono essere positivi al Covid-19 non possono di sicuro contagiare gli umani. Di conseguenza si consiglia di dare loro attenzioni e amore come si è sempre fatto, ovviamente ricordiamoci sempre di lavarci le mani prima e dopo le coccole di routine perché potremmo essere noi a trasmettere loro il virus.

E l’addestramento del cane?

I campi addestramento per cani sono ovviamente chiusi come da disposizioni sanitarie ma rispettando le regole e gestendo l’addestramento del cane in casa, in giardino o nei pressi della propria abitazione possiamo continuare a divertirci. Adesso più che mai i nostri cani hanno bisogno di attezioni e di attività psicofisica.

Dott.ssa Antonella Rizzo

Indice delle fonti

AgI Agenzia Italia 28 Febbraio 2020

Il Sole 24 ore 21 Febbraio 2020

ENPA 25 Febbraio 2020

Adnkronos 28 Febbraio 2020

Il Sole 24 ore 28 Febbraio 2020

La Repubblica 2 Marzo 2020

Il Sole 24 ore 4 Marzo 2020

ENPA 5 Marzo 2020

Il Fatto Quotidiano Telematico del Mediterraneo 8 Marzo 2020

Istituto Proofilattico Zootecnico delle Venezie 10 Marzo 2020

Medrxiv 13 Marzo 2020

Il Giornale.it 13 Marzo 2020

La Stampa 18 Marzo 2020

La Stampa 19 Marzo 2020

VESA Veterinaria e Sicurezza Alimentare 20 Marzo 2020

Ministero della Salute 20 Marzo 2020

VESA Veterinaria e Sicurezza Alimentare 20 Marzo 2020

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